In questo numero, nello spazio dedicato alle realtà europee, ci occupiamo in larga parte di uno dei movimenti  più interessanti del panorama Nazionalista puntando i riflettori sul Front National di Jean Marie Le Pen.
Il Front National per la sue dimensioni (il 15% dei voti in un paese di circa sessantacinque milioni di abitanti) ed i suoi rapidi progressi, è il movimento che più preoccupa, e non solo in Francia, i comunisti/progressisti e i conservatori/liberisti.
Benché da parte nostra si sia sempre nutrita diffidenza nei confronti della forma-partito e della politica interpretata principalmente come partecipazione alle competizioni elettorali (forse perché scottati pi&grave volte da deludenti esempi nazionali) non possiamo esimerci dal rivolgere la nostra attenzione a un partito che non ha nulla a che spartire con le pratiche deleterie al cui spettacolo ci ha abituati la democrazia.
Il Front National, infatti, non ha mai rinnegato i propri ideali né ha mai tradito i suoi elettori; non ha mai accettato compromessi né voltafaccia.
Non scordiamo infine che la lotta Nazionale - Rivoluzionaria si è spesso svolta sul terreno elettorale e parlamentare e che alle volte questo è stato l'anticamera di un successo pienamente legittimo.
Lo stesso Codreanu, campione di idealismo e mistica, non ha disdegnato, quando lo ha ritenuto opportuno, la competizione elettorale.
Dopo una breve cronaca della manifestazione nazionale a Parigi del primo Maggio, alla quale abbiamo partecipato, troverete un'intervista a Thomas Laganne, direttore di gabinetto del responsabile del Front National de la Jeunesse, Samuel Marechal.

Da svariati anni il Front National, in occasione della festa dei lavoratori, contrasta con successo la piazza ai manierosi e bolsi cortei sindacali e dei partiti "democratici", ma quest'anno visti gli ultimi avvenimenti che hanno portato Le Pen ed il suo partito alla ribalta, l'appuntamento si presentava particolarmente interessante.
Pochi mesi orsono, il Fronte conquista il suo quarto grande comune nel Sud della Francia (Vitrolle), sopratutto all' opera di Bruno Mègret, figura emergente del partito, molto amato dalla base giovanile e di fatto numero due dell'organizzazione (per le sue predisposizioni alle strategi politico/comunicative i sagaci oppositori del Fronte non hanno trovato di meglio che dargli il soprannome di Dr. Goebbles...).
Poco dopo Le Pen decide di tenere il congresso del partito a Strasburgo, sede del cosiddetto parlamento europeo, quindi covo di eurocrati e, in più, città  retta da un sindaco socialista.
In un delirio di isterico rancore, dagli autonomi comunisti ai neogollisti, tutti si mobilitano per impedire lo svolgersi del congresso.
L'unico risultato ottenuto è di far parlare ancora di più del Fronte Nazionale.
Inoltre, il presidente Chirac, a causa delle inchieste giudiziarie e dei sempre più fondati sospetti di malgestione e corruzione che minacciano il suo governo, ha giocato d'anticipo sciogliendo l'assemblea nazionale ed indicendo le elezioni per la fine del mese, proiettando così il Fronte in piena campagna elettorale.
Non a caso infatti il discorso che Jean Marie Le Pen ha tenuto in una Place dell'Opera  gremita all'inverosimile (almeno venti - trentamila i partecipanti che avevano in precedenza sfilato per Parigi) ha riguardato il tema elettorale e le precedenti amministrazioni politiche, la loro inettitudine e la loro corruzione.
Un gran pannello con raffigurate la personificazione delle quattro grandi città  del mezzogiorno francese già  amministrate dal Fronte, un palco con i dirigenti ed i veterani delle associazioni d'arma e davanti una marea di tricolori.
La cosa più interessante era comunque girare tra i banchetti ed il pubblico per rendersi conto dell'eterogeneità  del popolo del Fronte e della sua motivazione, così come dell'organizzazione di un movimento che è tutt'altro che un partito classico, da un servizio d'ordine interno discreto e professionale composto da duemila volontari (la DPS), alle rappresentanze ed ai banchetti delle varie organizzazioni: i veterani delle guerre d'Algeria ed Indocina con i cadetti del loro centro di formazione, i giovani scout/alpinisti di "Aventure et Tradition" , i militanti del Front de la Jeunesse.
Subito dopo manifestazione e comizio, un incontro tra Le Pen e i cinquecentosettanta candidati, già  schierati con l'obbiettivo di restituire la Francia ai Francesi.
Per l'Europa.

Intervista a Thomas Laganne:

Cos'è e quando è nato il il FRONT NATIONAL DE LA JEUNESSE?
Il FNJ è stato fondato nel 1973 e da allora la sua struttura non ha fatto che progredire.
Oggi l'organizzazione si basa su una direzione federale, una direzione che si occupa della formazione, i responsabili delle organizzazioni studentesche "Renouveau Etudiant" e "Renouveau Lycèen" ed infine un direttivo per l'organizzazioni delle manifestazioni pubbliche ed uno che si occupa delle nostre pubblicazioni.
Produciamo il mensile "Agir" , un bollettino interno per i quadri ed un giornale satirico, "Berette & Baguette", che ha fatto molto parlare di se, non solo nel nostro ambiente.
Disponiamo inoltre di un sito internet ed di una linea telefonica di informazioni 36-15 (sarebbe il nostro 144 ndr).
I nostri iscritti nel 1996 erano più di tremila.

Quali sono i vostri riferimenti culturali?
Gli stessi del FRONT NATIONAL, cioè la cultura Francese valida, senza eccezioni.
Noi lottiamo certamente contro l'imperialismo culturale americano, ma a parte questo cerchiamo di essere il più aperti possibile, in modo che ogni giovane francese si possa sentire coinvolto.
Anche se ognuno di noi può avere delle preferenze, noi spingiamo i quadri a non cadere nei particolarismi, in quanto la lotta politica non consiste nel bearsi delle proprie idee ma sopratutto nel renderle efficaci.

Qual'è la vostra politica nei confronti dell'immigrazione?
Bisogna invertire i flussi migratori, riaffermare il diritto del sangue legato indissolubilmente al suolo, riaffermare il valore della Nazionalità, lottare più efficacemente contro l'immigrazione clandestina, rendere impossibile l'acquisizione della doppia nazionalità, mettere fine ai matrimoni di convenienza, regolare la proprietà straniera, organizzare il ritorno degli immigrati nei loro paesi di origine (prima di tutti "disoccupati" assistiti dallo stato, clandestini, delinquenti, studenti stranieri alla fine degli studi).

Cosa pensate del mondialismo?
Le lobbies mondialiste, finanziarie, filosofiche e della comunicazione, ossessionate manovratrici dei sondaggi, specchio distorto della vera volont  popolare, vogliono fare saltare le ultime resistenze che costituiscono un argine contro la distruzione della libertà del popolo francese: il loro appartenere ad una comunità umana, il comune patrimonio spirituale e materiale che li unisce.

Quali sono i più gravi problemi della Francia e quali le soluzioni?
I problemi che affliggono il nostro Paese, dalla crisi economica, sociale, culturale alla perdita di identit  culturale, al dilagare del mondialismo, all'immigrazione hanno tutti una soluzione comune che si riassume nello slogan PRIMA I FRANCESI ("le francais d'abord").
E' la sola soluzione applicabile, ma bisogna applicarla urgentemente.

Su cosa si basa la vostra politica economica?
Contro il libero capitalismo senza freni e contro un intervento prevaricatore di uno stato burocratizzato il FRONT NATIONAL propone un economia di mercato al servizio della nazione: risanamento, riduzione delle spese pubbliche, riconquista del mercato nazionale, riduzione dei prelievi obbligatori, privatizzazione delle imprese, utilizzazione dei fondi a disposizione in rapporto alle priorit  nazionali.

Come vi ponete di fronte agli attacchi, anche violenti, ai quali si trova esposto il F.N.?
La violenza, quasi sempre impunita, contro il FRONT NATIONAL ed in genere ogni manifestazione anti-F.N. ha l'effetto immediato di porre il nostro movimento nel cuore del dibattito politico, dove le altre parti non portano nessuna proposta originale, ma assumono solo posizioni passive rispetto al programma ed alle opinioni espresse dal Fronte.
Si tratta ogni volta quindi di una vittoria delle nostre idee, che trovano un'occasione in più per essere conosciute.
Quanto ai militanti, ad ogni attacco la loro motivazione ne esce rafforzata.

Per cosa si batte il F.N.?
Il FRONT NATIONAL è un movimento che si batte per difendere la Nazione Francese e il Popolo di Francia, secondo il già enunciato slogan "Le Francais d'abord".
Il Fronte combatte quindi contro tutto ciò che minaccia questa sovranità nazionale e per il bene dei francesi.
Noi pensiamo che questo sia il miglior modo di lotta in vista degli anni duemila, perché pensiamo che l'avvenire non sia in una diluizione delle nazioni in un ordine mondiale tanto omogeneo quanto triste, ma piuttosto in un rafforzamento delle varie identità  nazionali.

Che cosa intendete per "Terza Via"?
Questa idea la eprimiamo nello slogan NE DESTRA NE SINISTRA, FRANCESI ("ni droite ni gauche, francais"); i governi di destra come quelli di sinistra che si sono succeduti per dei decenni hanno tutti fallito.
Questi candidati intercambiabili hanno sempre tradito gli elettori, ed il FRONT NATIONAL si propone come un'alternativa di governo.
E' tempo che i Francesi votino per loro stessi e che i Francesi siano padroni del proprio futuro.

Parlaci della vostra presa di posizione ai tempi della guerra del golfo e della vostra politica attuale nei confronti dell'Irak.
Primo esempio di geopolitica fornito dai fautori del Nuovo ordine mondiale, la guerra del golfo ha visto l'orco americano erigersi a gendarme mondiale.
Opponendosi dall'inizio all'impegno della Francia e dell'ONU in questa operazione di sbirri internazionali, il FRONT NATIONAL si è schierato con il popolo irakeno.
Per il popolo irakeno, non per il suo governo.
Dopo la liberazione del Kuwait, gli Stati Uniti hanno accomunato il popolo dell'Irak al suo governo, facendo pagare al primo il prezzo sanguinoso dell'avversione ideologica al secondo.
E tutto in nome dei "diritti dell'uomo"!
Con i feroci bombardamenti e per la fame causata dalle sanzioni gli Stati Uniti hanno assassinato più di centomila bambini, privando il Paese di una generazione intera ed attuando un vero e proprio genocidio.

Che avvenire per l'Europa?
Il fossato che divide l'Europa reale, dei Popoli, e l' Europa amministrativa è sempre più ampio.
I nazionalisti europei devono impegnarsi in una lotta durissima contro il potere dei burocrati di Bruxelles.
Ma noi sappiamo di aver ragione, e che per la nostra stessa sopravvivenza dobbiamo lottare.
I popoli autenticamente europei sono sulla strada di diventare minoritari nel loro stesso continente. La demografia è una scienza esatta e ci fornisce dati preoccupanti.
Oggi come mai è reale l'urgenza della lotta!

RITORNA ALLA PAGINA PRINCIPALE DIFoglio di lotta