La vergogna dell'usura

Recenti, tristi episodi di cronaca riferiti dalla stampa hanno portato all'attenzione dell'opinione pubblica il dramma dell'usura. I commenti degli editorialisti si sono caratterizzati per superficialità, sentimentalismo e scandalismo; il problema è rimasto all'ordine del giorno per alcune settimane, sono state prospettate false soluzioni, la gente ha creduto che qualcosa sarebbe stato fatto ma tutto è rimasto come prima.
Col presente documento vogliamo dare un'idea precisa di che cosa sia l'usura; conoscendo questo male sapremo come combatterlo e come rigenerare i tessuti della società dove ha seminato morte e povertà.
Usualmente è considerata come la «Pratica di prestare denaro a un interesse esorbitante, specialmente a un tasso maggiore di quello legale»: questo è il significato che ne dà non soltanto l'uomo della strada, ma anche il dizionario della lingua italiana. Non è chiaro se il dizionario rifletta la convinzione dell'uomo comune, o se non sia piuttosto quest'ultimo a farsi eco di ciò che ha imparato dal dizionario.
&EGRAVE comunque evidente e indiscutibile che sono entrambi in errore. E non per qualche aspetto di poco conto, ma in una questione della massima importanza, che, lo si voglia o no, avrà un ruolo decisivo nel decidere se la nostra civiltà sia destinata a sopravvivere ancora per molto.
L'affermazione è grave ma necessaria, se si vuole che la nostra gente si renda finalmente conto che l'usura non è un argomento da abbandonare unicamente agli studiosi di storia medievale o ai filosofi, o ai teologi, ma è un tema che ognuno, secondo le proprie capacità, dovrebbe analizzare. La si può ignorare, certo, se lo si desidera, come si può ignorare il progredire, nel proprio corpo, di una cancrena mortale. Ma l'ignoranza, vera o supposta, non ci salverà da esiti mortali.
L'usura infatti, al pari del cancro, uccide. Ma mentre il cancro uccide l'individuo, l'usura uccide ogni articolazione e ogni componente del tessuto sociale, fino all'ultimo degli sventurati individui che lo costituiscono.

Cos'è l'usura

Occorre anzitutto capire una cosa: l'usura non ha assolutamente nulla a che fare col tasso d'interesse, alto o basso che sia. Si puo'avere un tasso d'interesse del 100% (e tutti converranno che è un tasso esorbitante), senza per ciò cadere nell'usura. Mentre si può avere un tasso d'interesse dello 0,5% (e tutti converranno che è molto basso, ma nel Medioevo e fino al diciottesimo secolo era passibile di prigione per mano dei tribunali civili).
Ciò sembrerà paradossale solo se non ci si rende conto che usura significa qualunque interesse ottenuto su un prestito che non sia produttivo. Vale a dire che un prestito a interesse, per non essere usuraio, è il prestito destinato a generare nuova ricchezza, deve essere impiegato in un reale investimento, condividendone i rischi: dalla nuova ricchezza colui che ha prestato il denaro potrà ottenere una percentuale, il proprio profitto. Solo questo è giusto e onesto.
Ma se il denaro è usato in modo tale da non generare nuova ricchezza, e nondimeno porta l'onere di un interesse (non importa se alto o basso), è usura.
Vediamo cosa ciò significhi nel contesto d'oggi.
Che dire di tutti quei meravigliosi regali che avete comprato per i bambini con la carta di credito su cui pagate il 23,6% di tasso percentuale annualizzato? Pura e semplice usura!
E che dire della casa di quattro stanze da letto più servizi che pagherete in 25 anni con "un nuovo, eccitante pacchetto di tassi di interesse garantito per 3 anni" finanziato da qualche Goldmann Finanziaria? Pura e semplice usura!
Scioccati? Pensate a questo. Si è calcolato che ancora nel 1989 ogni cittadino CEE spendeva mediamente quasi l'80% delle proprie entrate, direttamente o indirettamente, in pagamenti usurai: ipoteche, acquisti rateali, carte di credito e così via.
In altre parole, la nostra società, tutto il nostro mondo,è preda di un male che è stato condannato fin dai tempi più remoti; e lo è in una forma così raffinata che la maggior parte della gente neppure se ne rende conto.
Essere contro l'usura significa allora non poter possedere una casa, o non poter comprare giocattoli, o non poter andare in vacanza, o non poter fare nessuna delle tante cose che tutti regolarmente fanno?
Niente affatto. È vero piuttosto il contrario. È proprio in un sistema libero dall'usura che la prosperità cresce e si diffonde a beneficio di tutti (eccetto i banchieri, gli speculatori di borsa, gli strozzini, gli imbroglioni e i sionisti).
In altre parole, in una società libera dall'usura il 99% della popolazione guadagna invece di quell'1% che sfrutta parassitariamente; mentre in una società come l'attuale (dominata dall'usura) la gente lavora per accrescere i profitti di quello stesso 1% di parassiti e patisce ogni sorta di privazioni per sopravvivere.
Continuamente si sentono i governanti parlare della necessità di "pareggiare il bilancio", o affermare che "la nazione non può permettersi" questo o quello, o che occorre "razionalizzare i servizi", ossia ridurli, "allo scopo di raddrizzare gli squilibri del debito pubblico".
Ma cos'è questo debito pubblico, di cui si sente sempre parlare e di cui si sa tanto poco? Non vi è mai capitato, leggendo la storia, di trovare tempi e luoghi in cui era insolito avere un debito pubblico?
Sapevate, per esempio, che dal 1931 al 1974 il Portogallo non aveva nessun debito pubblico, perché tra quelle due date esso aveva adottato un sistema libero dall'usura?
Il debito pubblico è per lo più (fino al 90% ed oltre) debito statale accumulatosi nel corso dei secoli a causa dell'usura.
Prendiamo ad esempio i debiti bellici contratti dal governo inglese durante la prima guerra mondiale per finanziare quelle corazzate che poi furono perse durante la battaglia delle Jutland nel 1916. Ebbene, a quasi 80 anni di distanza l'Inghilterra sta ancora pagando gli interessi ai banchieri ebrei che hanno fornito il "denaro".
E che dire del fatto che, tramite le tasse, tutto il popolo inglese stà ancora pagando alla famiglia Rothschild gli interessi su un prestito di alcune migliaia di sterline fatto allo stato per finanziare qualche guerra dinastica combattuta all'inizio del diciottesimo secolo?
Oppure pensiamo a tutte le rimostranze dell'ACI, durante gli anni '80, perché il denaro del bollo di circolazione non veniva speso per la manutenzione stradale, come ci si sarebbe aspettati che fosse, ma per contribuire a pagare gli interessi sul debito pubblico.
Perciò, se vi siete mai chiesti perché le strade peggiorino, perché gli stipendi si riducano in termini di potere d'acquisto, perché le tasse dirette e indirette prendano sempre più denaro dalle nostre tasche, perché non sia disponibile nessun capitale di investimento per le piccole e medie imprese, e tanti altri perché, non cercate troppo lontano: la risposta stà quì, nella realtà dell'usura.
E come mai nessun esponente politico, nessun giornalista impegnato e nessun personaggio pubblico "interessato alla verità" è disposto a dire una parola? È ovvio: perché sanno bene che ciò significherebbe la fine della loro carriera.
Perché? Perché una volta afferrata l'essenza dell'usura – essenza costituita dalla creazione di denaro e ricchezza dal nulla, senza sforzo produttivo – e che sia compreso come essa operi in tutto il mondo attuale, si capisce che le fasi di espansione e depressione, di inflazione e deflazione, non sono eventi imprevedibili o opera del destino, bensì eventi che possono essere scientificamente previsti o anche deliberatamente voluti, preparati e portati a compimento per decisione dei grandi gruppi finanziari. Queste non sono opinioni, ma fatti.
Se leggiamo, per esempio, lo studio di Arthur Field sulla grande depressione del 1929, ci potremmo chiedere quanti eventi economici "inaspettati" si conoscano, che, come lo fu la crisi del 1929, siano stati previsti con anni di anticipo e spiegati nelle loro modalità, e dei quali siano stai indicati i parassiti artefici e gli esiti distruttivi. Tutto questo, infatti, è documentato negli archivi del governo degli Stati Uniti. Ma chi ne è conoscenza? E perché nessuno ne parla? È molto semplice: per paura. Si, la verità è nota. Ma chi vorrà essere il Davide che, fionda alla mano, colpirà quel Golia che l'usura è diventata?
Dovremo forse aspettare che Golia finisca col cadere schiacciato dal suo stesso peso, divenuto eccessivo? In tal caso dovremo di nuovo ricomporre i brandelli e i tessuti della società, ma soltanto dopo tutto il dolore e tutta la sofferenza, la miseria, l'abiezione e la morte che Golia avrà già causato. E non è detto che il ricomporre sia agevole.
Stiamo forse esagerando? Forse i dati disponibili rivelerebbero una realtà diversa? Vediamo allora le cifre.
Nel 1980, secondo il premio Nobel per l'economia Maurice Allais, il mercato delle valute rappresentava un volume di 94 miliardi di dollari. Mercato delle valute significa, in parole povere, denaro che crea denaro, speculazione finanziaria, usura. Nel 1986 la cifra era salita a 193 miliardi di dollari: in soli sei anni, quindi, era più che raddoppiata. Nel 1989, dopo altri tre anni, la cifra è salita a 420 miliardi di dollari.
In altre parole, in soli 9 anni il mercato monetario, cioè il fulcro dell'usura internazionale, è cresciuto di ben oltre il 400%.
È anche da notare che l'incremento della speculazione è in costante e sempre più rapida accelerazione. Tra il 1980 e il 1986 è cresciuto di circa il 100%. Nei quattro anni successivi, dal 1986 al 1989, è cresciuto di oltre il 200%.
Eppure, se osserviamo l'andamento degli scambi internazionali (ossia la distribuzione e lo scambio di beni reali e servizi), constatiamo che durante lo stesso periodo complessivo di nove anni il suo volume è salito da 7,6 miliardi di dollari a soli 12,4 miliardi. Non è neppure raddoppiato dunque.
È da notare inoltre che, mentre nel 1980 il volume degli scambi rappresentava il 9% del volume dell'usura, nel 1989 tale rapporto percentuale era caduto a circa il 3%.
L'usura, quindi, cresce sia in volume sia in proporzione rispetto agli scambi reali.
La spiegazione è semplice. Infatti, perch&eacuta mai preoccuparsi di cercare una buona idea, di pianificarne e verificarne l'attuazione, di realizzare una produzione, commercializzarla, trasportarla e venderla, quando si possono incassare somme enormi, oltre i sogni più rosei, semplicemente standosene seduti all'elaboratore e praticando quella specie di gioco d'azzardo che è noto come borsa valori?
Di chi è dunque la responsabilità? Dei governi? Indirettamente si, perch&eacuta la politica finanziaria di un paese dovrebbe essere di competenza governativa, mentre in realtà non è così, nonostante le apparenze. Infatti la Banca d'Inghilterra, la Bundesbank, la US Federal Reserve, la Banca d'Italia non sono più sotto il controllo dei rispettivi governi.
Le prove? Eccovi tre esempi.

  1. Nel quotidiano parigino Le Figaro, il 10 febbraio 1990, in un articolo sulla banca centrale tedesca (Bundesbank o Buba), firmato da Jean-Pierre Robin, leggiamo: «La funzione della banca centrale (Buba) è una funzione del tutto classica, ma la sua organizzazione è unica. Il suo organo di controllo, onnipotente, non è responsabile nè verso il parlamento nè verso il governo». Ma se non è responsabile verso il parlamento, verso chi lo è? Robin cita la Bundesbank come caso unico.
  2. Che dire allora di questo? Lawrence Murdoch jr. nel volume I cappelli indossati dalla Federal Reserve, scrive: «Il congresso americano istituì la Federal Reserve nel 1913. Ma il congresso non la controlla, e neppure il presidente degli Stati Uniti». Ma se non la controllano n&eacuta il congresso n&eacuta il presidente, chi la controlla?
  3. Infine, quando recentemente la banca d'Italia alzò dello 0,5% il tasso d'interesse, l'allora capo del governo Silvio Berlusconi andò in televisione a dire alla gente che quell'aumento del tasso di interesse era avvenuto contro il parere del governo e che la Banca d'Italia faceva il proprio interesse e non quello della nazione. Ma se la Banca d'Italia non è controllata dal capo del governo, chi la controlla?
    Chi controlla le banche controlla il mondo. Ma chi controlla le banche centrali? Sono privati cittadini che possono decidere di creare denaro a seconda che lo ritengano opportuno o meno, seguendo i propri programmi politico-economici e senza preoccuparsi minimamente degli interessi della società nel suo insieme.
    Immaginate che qualcuno si metta a stampare moneta a casa propria. Dovrebbe immediatamente rispondere dell'accusa di essere un falsario. Eppure il principio è lo stesso, solo che, non avendo poteri speciali, il falsario è esposto ai rigori della legge; i banchieri, invece, si nascondono dietro leggi che essi stessi hanno provveduto a far approvare per autotutelarsi.

    Le soluzioni

    Avendo oramai una idea più chiara di cosa è l'usura ci possiamo porre il problema delle possibili soluzioni.
    La soluzione legislativa è la più ovvia e semplice: dichiarare immediatamente decaduti e non risquotibili tutti i debiti usurai contratti nel passato e punire con pene fortissime tutte le forme di usura. &EGRAVE comunque che nessun governo attuale (vista la totale dipendenza dalle forze finanziarie) adotterà mai tali provvedimenti contro l'usura. Si impone quindi, a chi abbia a cuore il benessere della nazione e dei cittadini, l'elaborazione di soluzioni tali da limitare il danno prodotto dall'usura, nonostante e contro l'azione governativa. Tale azione purificherà lentamente l'intera compagine sociale. Famiglia dopo famiglia, impresa dopo impresa, rigenerando naturalmente il popolo.

    Obolo contro l'usura

    Si potrebbe prospettare, vista la estrema sensibilità della Chiesa Cattolica verso il problema dell'usura, l'istituzione temporanea di un obolo che i fedeli donino durante la Messa; i proventi di tale raccolta dovrebbero andare ad un sistema di prestiti per i bisognosi libero da usura. Dal pulpito, e a più riprese, dovrebbe essere spiegata non solo la gravissima natura peccaminosa dell'usura, ma anche la necessità sociale di curarla; infatti, come abbiamo visto, sono dovuti soprattutto all'usura la continua crescita dei prezzi e molti altri mali, non esclusa la disoccupazione. Fondi di risparmio

    L'antico orgoglio italiano nel risparmio va fatto rivivere; vanno ripristinati i concetti di responsabilità e dovere nel curarsi del futuro proprio e dei figli. I giovani non devono essere esenti da tale responsabilità, al contrario, vanno educati a questa mentalità costruttiva e vincente. Alcuni esperimenti di risparmio e investimento comunitario sono stati recentemente intrapresi con risultati positivi da un gruppo di camerati. I dipendenti di un'impresa vengono incoraggiati a risparmiare e ad investire nell'impresa stessa. I dipendenti ricevono una percentuale dei profitti ottenuti grazie al denaro da loro investito, l'impresa sfugge alla necessità di finanziamenti bancari. I proventi del lavoro vanno così a imprenditori e prestatori d'opera lasciando a bocca asciutta i parassiti.

    Attacco alle banche

    Il sistema bancario va rapidamente demolito e sostituito da un sistema di casse di risparmio animato da uno spirito di solidarietà comunitaria e, allo stesso tempo, di creazione di sana ricchezza. La cassa di risparmio presterà all'associato il denaro necessario all'acquisto della casa senza interesse alcuno e con la sola aggiunta delle spese amministrative. La cassa di risparmio presterà all'associato il denaro necessario all'avviamento di attività commerciali o artigiane (esercitando un controllo preventivo sulla realizzabilità del progetto) ottendone un interesse solo in caso l'attività commerciale o artigiana abbia fatto profitto.
    Le casse di risparmio, in quanto proprietà delle associazioni corporative, sono sottratte al controllo dei privati.

    Il fondo monetario internazionale

    Un intero documento a parte sarebbe necessario per esaminare il gravissimo danno causato dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) al benessere e alle libertà dei popoli. Il FMI ha la capacità di creare denaro dal nulla; questo istituto usufruisce, infatti, della totale libertà di emissione di credito senza possedere nelle proprie casse alcun corrispondente valore reale in valuta o in materie prime. In pratica è come se una enorme banda di falsari avesse licenza di stampare banconote a iosa senza nessun freno. Questo meccanismo truffaldino, oltre a creare una onnipotente oligarchia senza volto e senza patria, priva totalmente le nazioni indebitate della libertà politica. Infatti è l'FMI, e non più il governo, a decidere natura ed entità della legge finanziaria, a imporre licenziamenti e ristrutturazioni industriali, a ordinare privatizzazioni e tagli dei servizi.
    Degno di nota è anche il fatto che tutti i dipendenti del FMI godono di status e immunità diplomatica, fatto questo che gli permette di agire al di sopra della legge e in totale impunità.
    Il FMI (come la massoneria e l'Onu) è una delle strutture di controllo usate dal nemico sionista per dominare e affamare il mondo.

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