Cari Veneti

Cari Veneti,
in nome dell'amicizia millenaria che ci lega, desidero indirizzarvi queste poche righe.
Per quanto Bossi blateri di "patria padana" storicamente separata da Roma, per quanto egli insista nelle sue farneticazioni circa una necessaria scissione dell'Italia in due stati separati, le vostre origini, la vostra storia, la vostra cultura e la vostra tradizione non possono essere cancellati con un colpo di spugna.
Nessuno vuol qui negare le specificità della vostra terra ma il cercare di assegnare una giustificazione storica ed un retroterra culturale alle istanze del Nord si rivela infatti perdente perché privo di fondamento e non fa altro che svilire quelle che sono invece delle giuste rivendicazioni economiche e sociali.
Nonostante la sostanziale unità d'Italia fosse già stata raggiunta durante il I secolo AC, Augusto decise di riunire nel nome di Roma anche i popoli alpini che fino ad allora si erano dimostrati i più restii.
Con una serie di campagne militari tra il 25 ed il 14 AC lo scopo fu raggiunto e nell'anno 6 AC l'avvenuta unità fu celebrata con l'edificazione, in una località non lontana dall'odierna Nizza, di un enorme monumento che fu battezzato Tropaeum Alpium (Trofeo delle Alpi) e suggellato dall'iscrizione di Plinio "Heac est Italia dis sacra". Questa é l'Italia sacra agli dei.
Tra i vari popoli uniti da Roma, quello veneto si dimostrò da subito uno dei più leali e fedeli pagando anche importanti tributi di sangue in difesa della Patria.
Anche la simbologia legata alla più recente Repubblica Serenissima é legatissima a Roma e alla latinità.
Calvacare il malcontento in chiave anti romana o anti italiana é perciò improponibile per una terra la cui storia é legata da 2000 anni a quella di Roma.
Ma lasciamo la storia e veniamo ad oggi.
Il senso di sfiducia che uno stato sordo e cieco ha saputo creare nella vostra regione è sentito e sofferto in ogni altro angolo d'Italia.
Cari Veneti, il vostro disappunto é il nostro disappunto, la vostra inquietudine é la nostra inquietudine, la vostra voglia di riscatto é la nostra voglia di riscatto.
Non é in nome di un "via da Roma" che risolverete i vostri problemi, non é certo facendovi tacciare di secessionisti che sarete ascoltati.
Il riscatto contro una classe dirigente corrotta non può che essere nazionale.
La protesta, il malcontento, il dissenso vanno portati contro un governo che si é dimostrato incapace di ascoltare le richieste più ovvie e le esigenze più naturali.
Avete la solidarietà non solo nostra ma di tutti gli Italiani che di Prodi, Scalfaro & Co non vogliono più sentir parlare.
Cari Veneti, l'indegno stato italiano ha sempre criminalizzato le opposizioni pur di mascherare la propria inefficienza ma voi non siete soli perché di gente stufa ma al tempo stesso ansiosa di dare il proprio contributo per il ripristino dei diritti naturali delle genti e dei popoli ce ne é tanta in tutta Italia.

Caro Stato,
ti dedico questa lettera perché desidero farti pervenire il senso di disagio che mi accomuna a tanti altri italiani.
All'indomani dello pseudogolpe di Piazza San Marco hai gridato hai 4 venti il tuo sdegno per l'attacco(!?) secessionista. Non ti é stato sufficiente procedere ad un arresto/pestaggio degno dei migliori film hollywoodiani e minacciare pene esemplari. Sei anche riuscito, per mezzo di funzionari irresponsabili e di giornalisti assetati di scoop a gettare i semi per una prossima repressione facendo un tutt'uno tra veneti indipendentisti, neofascisti e cattolici integralisti.
In effetti hai colto nel segno la concordanza tra alcuni veneti, neofascisti e cattolici c'é senz'altro ma non in nome di un progetto eversivo che tu sai benissimo non esistere bensí in nome di valori come la battaglia antiabortista, la battaglia per l'identità ed il malcontento nei tuoi confronti.
D'altonde ti conosciamo bene: ogni volta che c'é stata una crisi hai tirato fuori dal cilindro un bel complotto.
Ed ecco che magistrati rampanti ed editorialisti di grido sono pronti ad avallare le tue tattiche strampalate.
Che degrado vivere in uno stato che incapace di difendere i cittadini dai veri delinquenti arriva ad organizzare dei veri e propri linciaggi nei confronti di chi dissente.
Caro Stato, ti sembra forse onesto da parte tua mettere sotto inchiesta, arrestare e perseguitare chiunque non si adegui ai tuoi desideri?
Ti sembra corretto dare una connotazione inquietante ed eversiva a qualsivoglia attività politica, economica o sociale non allineata ai tuoi criteri?
Non puoi certo negare di esserti fatto una pessima fama.
Chiedi in giro e domanda se c'é ancora chi ha fiducia in te.
Hai disintegrato l'iniziativa economica, burocratizzato ogni attimo della nostra vita, tassato i nostri risparmi come una sanguisaga.
Ed ora che fai? Vuoi dare 15 anni agli 8 di San Marco per un golpe che non ha mai avuto luogo?
L'unità nazionale sta più a cuore a noi che non a te che hai regalato le terre italiane a Tito infischiandoti delle migliaia di uomini, donne e bambini che venivano infoibati dai partigiani comunisti.
E' grazie al tuo operato che alcuni cittadini vedano l'Italia più come apparato oppressivo e burocratico che non come Patria.
Ma quanti telefoni intercetti? Quanti ordini di perquisizione firmi? Quanti cittadini metti sotto inchiesta? Ma non ti vergogni?
In questo stato in cui i cittadini politically incorrect sono colpevoli fino a prova contraria ed i magistrati sono invece gli indiscutibili esecutori del tuo illimitato potere noi non ci riconosciamo e desideriamo esprimenre il nostro dissenso.
Caro Stato, combattici se vuoi ma cerca almeno di avere il coraggio di farlo a viso aperto e con mezzi politici legali.

Cari Compagni,
che tristezza per voi.
Dopo anni ed anni passati a manifestare in favore di tutti i popoli oppressi del mondo vi ritrovate ad aggredire i figli del popolo veneto.
Ma come potete conciliare le vostre prese di posizione in favore dei baschi , dei catalani e degli irlandesi quando poi prendete a legnate (impunemente!) proprio quelli che stanno subendo le angherie di uno stato centralista?
Che amarezza trovarvi cosě drammaticamente disorientati e sempre in famelica ricerca di fascisti, razzisti, nazisti da denunciare e si possibile da bastonare.
Che pena deve essere per voi il ritrovarvi a fare il lavoro dei celerini.
Voi che specialmente in Veneto non sapete cosa voglia dire stare all'opposizione, mentre vi fate uno spinello alla salute dei compagni baschi già vi preparate ad aggredire il prossimo sospetto fascista godendo dell'impunibilità che vi assiste ormai da anni.
Ma allora, visto che non vi decidete a scomparire e ci tenete a dire sempre la vostra, diteci almeno con chi state.
Con il popolo o con il potere, con gli oppressi o con gli oppressori, con i perseguitati o con gli inquisitori.
Cari Compagni trasformisti, fateci sapere!

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